Sui test sierologici di cui scrivevo da questa rubrica in data 17 aprile, mi sono documentato, ho ricevuto vari protocolli di laboratori specializzati, ho chiesto ad ATS, ai medici del lavoro, farmacisti e operatori sanitari esperti e poi ho concluso che non c’erano le basi a mio avviso per proporre l’iniziativa.
Non hanno inciso sulla mia decisione le comunicazioni ATS che chiedevano ai sindaci di aspettare le risultanze e protocolli ufficiali a proposito, non sono tipo che segue supinamente le direttive di ATS e Regione, ma ci sono altre considerazioni che mi hanno indotto a non scegliere questa strada e che cerco qui di spiegare.
Innanzitutto questi test sierologici per essere validati hanno l’assoluta necessità per i classificati positivi, di essere suffragati da un tampone faringeo e questo non è possibile perché i tamponi sono prerogativa soltanto di ATS e quindi rischierei di lasciare nel dubbio tante persone.
In secondo luogo l’unico test sierologico attualmente conforme alle direttive regionali e dell’ATS è quello del San Matteo di Pavia che viene effettuato in questi giorni dall’ATS anche in provincia di Lecco, ma solo sugli operatori sanitari e che viene - questo si - poi validato dai tamponi.
In terzo luogo continuano ad arrivare sulla mia mail istituzionale proposte di laboratori che effettuano sul Covid-19 i test più disparati e tutti hanno decine di validazioni, approvazioni, in un ginepraio di sigle che hanno come scopo la sola valenza commerciale e questo mi indispone ulteriormente.
In ultima analisi i casi che mi avevano segnalato in paese di febbre e altri malesseri riconducibili al Covid-19 sono rientrati naturalmente, e questo mi induce ad un cauto ottimismo.
Certo poi ci sono comuni che questi test li han fatti, li stanno facendo, e anche organizzandoli bene, ma avere fino a trecento persone al giorno in una palestra pur con i protocolli più rigidi di questo mondo in termini di vestizione dei medici e di approccio alle persone qualche perplessità sulla metodologia me la lascia.
Anche perchè i test fatti in questo modo escludono tutte le persone che hanno il sintomo più comune, la febbre, che in base all'ultimo DPCM hanno l'obbligo di rimanere in casa.
C’e poi anche da considerare che questi comuni che han proposto l’iniziativa fuori dagli schemi ufficiali di ATS, l'hanno proposta perchè hanno avuto dal 2 al 4% dei contagi, mica lo 0.44% che abbiamo avuto noi finora e quindi tanta fretta di percorsi alternativi da noi non è giustificata dalla necessità.
E poi non voglio assolutamente accontentarmi di test non convalidati da tamponi e non considerati da ATS Brianza, la nostra Autorità territoriale ufficiale preposta alla salute dei cittadini.
Qui a Pescate voglio i test ufficiali.
L’alternativa allora è quella di rimanere fermi?
Assolutamente no, una volta che l’ATS avrà ultimato le procedure dei test sierologici e tamponi faringei agli operatori sanitari, pretenderò di avere lo stesso trattamento anche per i cittadini, anche solo debolmente sintomatici che chiederanno di fare il test.
Già dalla prossima settimana manderò comunicazione ad ATS, Prefettura e Regione Lombardia per chiedere che i test ufficiali con i tamponi li voglio anche per i cittadini di Pescate e per tutti gli altri se i miei colleghi sindaci mi daranno una mano.
E se ancora in quel frangente mi diranno di aspettare ancora, allora sarà chiaro a tutti che non aspetterò più e mi muoverò a modo mio con lo stile che mi contraddistingue.
A stasera.
E Buon Primo maggio.
Comune di Pescate IBAN : IT79A0569665590000063700X20
Causale: Buoni Spesa Emergenza Sanitaria.
(Importo deducibile ai sensi art 66 D.L. 17 marzo 2020).
AGGIORNAMENTO
Nessuna novità nella consueta comunicazione serale da parte della Prefettura.
Rimangono quindi 10 (dieci) i casi ufficiali e confermati di Covid-19 a Pescate.
Di cui 4 ( quattro) guariti.