18 marzo 2020 - EDITORIALE- Aggiornamento

Data di pubblicazione:
13 Luglio 2020
Ho avuto tante soddisfazioni nel fare il vostro sindaco, tante manifestazioni di stima nel corso degli anni che mi piace ricordare adesso, in questo momento brutto, il peggiore da quando mi avete eletto sindaco nove anni fa.
Ho cercato di fare il possibile per tener lontano questo virus, illudendomi per  una decina di giorni, quando vedevo colorare di rosso le caselle dei comuni vicini, che qui non sarebbe entrato.
In questi dieci giorni non ho quasi pensato ad altro, me lo aspettavo prima o poi questo si, ma era un po’ come se guardasse giù mio padre, che oltre a volermi vedere sindaco del paese che lo aveva accolto, mi aiutava anche a tenerlo lontano il virus.
In fondo ho sempre tenuto lontano da Pescate tutto quello che lo poteva in qualche modo turbare,  oppure acceso riflettori a volte  anche nazionali, su cose che ritenevo importanti per tenere alta la qualità della vita dei cittadini.
Ma purtroppo qui non si tratta di organizzare sentinelle, o polizia locale o angeli pescatesi, o iniziative per la salvaguardia del territorio.
Non si tratta di chiudere  ponti, e anche  per la prima volta la strada provinciale  come ho fatto domenica  mattina, per tutelare i miei cittadini e non solo loro.
Puoi ritardarlo il virus,  puoi togliergli qualche occasione riducendo le persone in giro, puoi forzare anche l’interpretazione della legge  - troppo tenera- per tenere a casa la gente e mandarla via.
Ma poi sto maledetto si infila in una persona che lavora per portare a casa la pagnotta, che  per mantenere la famiglia deve andare a lavorare per forza, mica in un debole pensionato  con altre patologie come dicevano  alla televisione.
E poi ti arrivano le telefonate di persone spaventate, che la concitazione del momento rende offuscate,  che chiedono interventi drastici e irrealizzabili come se io avessi il potere di fare tutto, anche di prendere il virus per le orecchie e cacciarlo fuori dal paese.
E intanto ti devi occupare dell’emergenza che galoppa, anche dei dipendenti comunali a contatto diretto con la gente, di tutti i servizi da chiudere o da limitare, delle sanificazioni da fare, delle mascherine che mancano alla polizia locale, alla protezione civile, agli stradini.
E allora telefoni all’amico che lavora nella tal ditta, e prendi  dal suo magazzino le mascherine che servono anche per gli altri comuni nella stessa situazione.
Ringrazi  la collega professoressa che ha contatti con la  Cina e i suoi centri di ricerca, e siccome li l’emergenza è finita,  ci mandano  altre mascherine, arrivate oggi,  nell'attesa che qualcuno ricominci a produrle anche in Italia.
E i tuoi due cellulari sono sempre scarichi per le telefonate che fai e che ricevi.
Anche perché nella chat con tutti gli altri sindaci del circondario e col presidente della provincia, arrivano almeno duecento messaggi al giorno, con allegati su allegati per essere sempre aggiornati in tempo reale, anche sui problemi di tutti, che diventano problemi di ognuno.
E non ti consoli pensando che in fondo hai i numeri più bassi degli altri, non solo perchè siamo tutti sotto lo stesso cielo, sotto la stessa aria, ma perchè vivi sulla pelle dei colleghi i drammi di quelli che potrebbero essere i tuoi cittadini.
Uno ha nove contagiati ma di ufficiali solo sei, l’altro non ha i volontari da mandare a domicilio,l'altro ha una ragazza intubata in sala di rianimazione,  l’altro ancora gli è appena morto un cittadino.
Ma poi ti arrivano anche i messaggi dei bambini delle scuole sulla mail del tablet, con i disegni che Andrà tutto bene, che Pescate è il top, e sorridi.
E arrivano le foto dei bambini  che disegnano, con i pastelli, con i pennarelli, alcuni tutti sporchi di tempere e colori o in posa davanti al lenzuolo legato al balcone, sorridenti.
Poi chama Marta la mia segretaria, per dirmi che ha messo altre lenzuoline disegnate dai bambini nel mio ufficio.
E Melissa di quarta elementare che invece mi manda un disegno con scritto “Io resto a Casa”, che è la grande verità, la sola che adesso aiuta a combattere il virus, che gli toglie il pane di bocca, che lo fa morire di fame.
Adesso seguiamo tutti il consiglio di Melissa: Stiamo in casa.
Poi dopo andrà tutto bene davvero.
Dopo  faremo i manifesti belli.
Dopo potremo festeggiare.
A stasera.

AGGIORNAMENTO

Stasera ho mandato una lettera al Ministro dell'Interno chiedendo di intercedere presso il Consiglio dei Ministri per vietare in questo momento paricolare tutte le attività fisiche e sportive all'aperto, sui sentieri e sulle ciclabili a fiume e lago in particolare.

Nessuna variazione dei dati segnalata dalla Prefettura stasera alle 20.06
Rimaniamo fermi ad un solo caso di contagio.
A domani.

Ultimo aggiornamento

Martedi 06 Agosto 2024