1 maggio 2019 - Si chiama amore, Prefetto, e nessuno potrà mai cancellarlo. - EDITORIALE.

Data di pubblicazione:
13 Luglio 2020
Un fatto che mi ha molto colpito lunedì scorso, e su cui ho preso una netta posizione sui media locali, è quello della richiesta di cancellazione del simbolo del campanile dai loghi delle liste elettorali delle elezioni amministrative del 26 maggio prossimo, operata dalle commissioni elettorali circondariali della Prefettura.
Elezioni che – dico subito - non riguardano Pescate, dove l’amministrazione comunale sarà rinnovata nel 2021.
Fare togliere dai simboli elettorali i campanili perché rappresentano simboli religiosi è una cosa che a mio avviso non sta ne' in cielo ne' in terra, perché tutti sanno che il campanile è prima di tutto un simbolo di appartenenza alla comunità.
Il campanile è  il simbolo grafico e  di immagine  che sintetizza un borgo, un agglomerato, un insieme di persone strette intorno al monumento principale del paese che da secoli si staglia su tutte le case intorno.
Addirittura c’erano simboli come quello di liste dei comuni di Valmadrera o di Barzago vecchi di vent’anni, che hanno partecipato e vinto tante elezioni amministrative, approvati e certificati per anni dalle commissioni elettorali prefettizie preposte alla loro regolarità.
Ma dichiarati inammissibili ora.
Il tutto per una legge del 1960 che vieta appunto di esporre nei loghi elettorali delle liste simboli religiosi,  che noi tutti amministratori comunali ben conosciamo, e su cui personalmente sono anche d’accordo.
Ma simbolo religioso può essere la Croce di Cristo, la Madonna, la Trinità, i Santi, la Corona di spine, la Sindone, mica vorrai mettere  la Passione di Cristo nei loghi elettorali, ovviamente sono d’accordo.
Ma un campanile è il paese, ne è la sintesi,  è l’essenza stessa del paese, è reale non un simbolo religioso.
E togliere il campanile ad un paese è come disconoscere la sua storia e la sua identità, anche la sua architettura complessiva, è snaturarlo, svilirlo.
Gli stessi orologi dei campanili sono gestiti dai comuni e non dalle parrocchie, tramite un’altra vecchia legge, proprio perché l’orologio del campanile un tempo passato rappresentava un valore assoluto di un paese che era appunto lo scandire del tempo e delle azioni collettive e individuali di una comunità.
 E l’orologio si metteva proprio sul campanile, il punto più alto del nucleo vitale del paese affinchè tutti potessero osservarlo.
E adesso i campanili si devono togliere, come anche le croci da alcuni cimiteri?
Ormai stiamo entrando in una società dove per non scontentare qualcuno si azzerano i valori di tutti, e questo personalmente non mi sta bene.
Io non ho un campanile nel  logo elettorale del gruppo con cui mi sono candidato a sindaco dal 2006.
Ma, e vi dico la verità, se mi avessero adesso dopo tre volte di partecipazione alle elezioni amministrative, tolto  anche solo la piuma del gabbiano  del mio simbolo civico, non sarei rimasto impassibile a guardare.
Figuratevi se mi avessero tolto il campanile, magari della chiesetta di san Giuseppe o di sant’Agata.
Tradizionalista e legato al territorio quale sono, sarebbe stato come  togliermi un braccio.
Avrei fatto ricorso  immediato, a costo di non partecipare alle elezioni.
Perché se la legge è del 1960 e in sessant’anni non è mai cambiata, e con quella legge è passato il simbolo della Democrazia Cristiana ( una croce con scritto Libertas) e sono passati migliaia di altre croci e migliaia di  campanili, ebbene il campanile delle Torrette o della Pescalina  caro Prefetto o Viceprefetto, con tutto il rispetto non me lo tocca.
Invece nessuna delle undici liste segnalate ha fatto ricorso, tutti a togliere il campanile in fretta.
No.
Io il campanile non l’avrei tolto a costo di non poter partecipare alla campagna elettorale.
Perché se vuoi fare il sindaco devi anche capire che se il principio è giusto e hai la coscienza a posto, per il tuo paese, per i tuoi cittadini e per il tuo territorio, devi essere il garante e conservarlo bene dal primo sasso dell’inizio del confine all’ultimo sasso della fine.
Perché se non lotti per un campanile, per il tuo campanile,  non lotterai neanche per le altre cose e gli altri tanti e tanti problemi che troverai nell’essere sindaco di una comunità.
Ed essere escluso  dalla competizione elettorale per aver difeso il tuo paese e un simbolo importante del tuo paese,  è un qualcosa che ti renderà orgoglioso di viverci e renderà orgogliosi tanti tuoi cittadini, anche se non sarai il loro sindaco e vincerà un altro perché ti avranno  fermato.
Si può voler bene a qualcuno anche lasciandolo.
Anche se lo sai che stai lasciando lì una parte di te.
Si chiama amore, e questo nessun prefetto potrà mai cancellarlo.
Buon primo maggio.

Ultimo aggiornamento

Martedi 06 Agosto 2024