Chissà se l’avresti mai immaginato un funerale così, Rino.
Se ci hai visto da lassù così in tanti, fuori dal piazzale della chiesa e anche dentro, quando gli alunni delle scuole affranti dicevano che Civate non sarebbe più stata uguale senza di te, avrai pensato:
Ne è valsa la pena essere il sindaco di una Comunità così.
Martedì mattina ero andato a trovarlo a casa, c’erano la figlia e la moglie.
Mi colpì subito la serenità delle due donne, la figlia gli somiglia moltissimo fisicamente e anche i due figli maschi.
Era tutto molto sereno, un ambiente sobrio e molto composto, con la finestra della camera aperta che guardava sulla croce della chiesa parrocchiale, e lui disteso senza il colore grigio della morte, solo un pò meno intenso della normalità.
Baldassarre Mauri, per tutti Rino, è stato fino alla fine il sindaco di Civate.
Ha preso la fascia tricolore dieci anni fa e non l'ha più lasciata.
E' mancato lunedì mattina.
Prima si è seduto sulla poltrona del suo ufficio in municipio e poi si è accasciato sulla poltrona del suo salotto di casa, in un ipotetico legame tra i suoi due amori: Il comune di Civate e la famiglia.
Per l’ultimo suo viaggio siamo stati presenti anche noi di Pescate, io, il Vicesindaco e il capogruppo della Protezione civile col gonfalone comunale.
L’ha detto il parroco nell’omelia, con la voce rotta dalla commozione: Rino non era un leader carismatico.
Cercava il dialogo non l’imposizione, cercava il confronto e non usciva mai dalle righe.
Affrontava tutto con molta pacatezza, rispetto e attenzione.
Per me era un amico.
Veniva sempre a Pescate alla cerimonia del 1 novembre, e rimaneva fino alla fine.
L’avevo invitato una volta e lui era rimasto talmente colpito da quella cerimonia, era stato talmente bene con noi e con gli alpini, che mi aveva chiesto di invitarlo ancora.
Non poteva più candidarsi alle prossime elezioni comunali di primavera perché aveva finito i due mandati, e fino alla fine ha sperato che il governo con la legge di stabilità gli desse la possibilità di candidarsi a sindaco per la terza volta.
Anche solo per inaugurare il nuovo ponte di Isella che proprio lui aveva chiuso per motivi di sicurezza.
E solo ultimamente mi disse che però sarebbe rimasto nel gruppo come capolista, con l’attuale suo Vice Angelo Isella nel ruolo di candidato sindaco.
Non lo conoscevo questo suo giovane Vicario, l’ho visto solo ieri al funerale.
Ha parlato per ultimo, dopo il prefetto e tutti gli altri, sotto la regia del parroco che magistralmente ha saputo approntare una grande e commovente cerimonia.
Nelle parole semplici e concrete del Vicesindaco ho rivisto non poco lo spirito di Rino, i suoi dieci anni passati con lui.
E si è visto che è cresciuto con lui.
Ha parlato senza mai tentennare, riuscendo a contenere la grande emozione che lo attanagliava e solo ogni tanto riprendendo gli appunti del discorso.
Riuscendo davvero a dare alla sua Comunità e a tutte le centinaia di persone provenienti da ogni parte del territorio, un conforto e una testimonianza che andava al di la delle parole.
Angelo Isella ha parlato del grande cuore di Rino mettendo davanti a tutto proprio il suo cuore, con la forza delle parole che viene bene solo se non passa forzatamente dall’intelletto.
Parlando dei sogni di Rino che diventeranno i sogni di tutta la Comunità di Civate.
E questa è la cosa più bella che resterà in me di quel funerale: Il discorso col cuore di Angelo Isella, il suo Vice.
Con i sogni dell'Abbazia di S. Pietro al Monte patrimonio dell'Umanità nell'Unesco, e un ponte nuovo al più presto.
Chissà se l’avresti mai immaginato un funerale così, Rino.
Forse come ha detto quel bambino, Civate non sarà più la stessa senza di Te.
Ma grazie a Te, per tutto quello che ho visto e sentito ieri, Civate non smetterà di sognare e di crescere ancora.
Buon fine settimana.