23-gen-19

Data di pubblicazione:
13 Luglio 2020
Si lo so, ho un pò trascurato questo mio spazio.
Ma non per questo sono meno attivo di prima e credo di dimostrarlo giorno dopo giorno.
Però so anche che questa rubrica è molto seguita, le persone anche non di Pescate me lo scrivono spesso in privato.
Le mail che ricevo non sono di pescatesi, loro mi trovano sul territorio, vengono in municipio, mi telefonano o mi scrivono su whatsapp.
Le mail che ricevo sono quasi tutte di cittadini di comuni vicini.
E oggi ne pubblico una tra le tante ricevute che voglio condividere, perchè rimarca bene quello che rappresenta adesso Pescate per molte persone, anche se parla di un episodio spiacevole accaduto ad un signore di Valmadrera:

Buonasera Signor Sindaco De Capitani,
già da tempo desideravo scriverLe per farle sapere, al di là di quanto questo possa contare, che pur non essendo cittadino pescatese, molto apprezzo il lavoro che sta svolgendo ormai da anni e l’impegno che mette affinchè “Un sogno tra lago e monti” non sia solo uno slogan da mostrare ai passanti.
Mi sono deciso però a farlo questa sera per condividere con Lei un fatto accadutomi poche ore fa proprio sulla strada principale del Suo paese. Nulla di che, ma diciamo così, mi ha lasciato l’amaro in bocca – e ci tengo a precisarlo fin da subito, la “colpa” non è certamente Sua.
Ero diretto a Lecco provenendo da Garlate quando, in territorio di Pescate, nello specchietto retrovisore ho visto un’auto compiere un sorpasso che definirei azzardato, come tanti se ne vedono purtroppo sulle nostre strade. L’auto (bianca o comunque chiara, di grossa cilindrata – e non lo dico perché abbia qualcosa contro le belle auto, ma solo perché senza un motore così certi “numeri” non si possono fare), mi si è accodata a pochi centimetri, con l’intenzione, neanche tanto velata, di superarmi appena possibile.
E così è stato. Un altro sorpasso azzardato completato mentre di fronte sopraggiungevano alcune vetture che, per evitare il frontale, hanno rallentato ed allargato verso il bordo della carreggiata. Credo fossimo all’altezza dello spaccio dolci, ma posso sbagliare.
Non sono tipo da risse in strada, da lunghe strombazzate di clacson, gestacci o imprecazioni. Diciamo che solitamente vado per la mia strada, cercando di rispettare il codice e di non creare nè crearmi problemi. Stasera mi sono permesso il lusso di lampeggiare al xxxx, mi scusi per il termine, che mi aveva superato. Non so perché l’ho fatto, forse è stato solo l’istinto, mi sono visto nell’auto che veniva di fronte. Non so, gesto inutile, tanto se uno guida mettendo a repentaglio la vita sua e degli altri, dei miei abbaglianti se ne fa un baffo..
E invece… questo signore ha frenato all’improvviso e, dato che procedevo a non più di 50 all’ora come previsto su quella strada (al netto delle ultime direttive che parlano di 30km/h e che Lei stesso, a quanto mi risulta, ha definito una velocità irrealistica), non essendo riuscito a farsi tamponare, ha inserito la retromarcia.
Ovviamente è arretrato abbastanza ma non tanto da venirmi addosso. Ha ripreso la marcia, ed ha nuovamente frenato di colpo.
Non ho avuto la prontezza di prendere il numero di targa, sono sincero: più che arrabbiato ero allibito.
So solo che erano le 20.05, forse 20.06, l’auto era di colore chiaro e dopo queste prodezze, si è dileguata verso lo svincolo del terzo ponte. Non sto a precisare che non mi sono preso la briga di mettermi a inseguirla, ovviamente.
Ora Lei mi dirà: dopo essermi annoiato a leggere questa mail, io cosa c’entro? Ed ha perfettamente ragione.
Non le ho scritto perché mi aspetto che si metta alla caccia di questo xxxxx ed anzi, sono felice che non si sia ritrovato a dover intervenire di persona per il verificarsi di un incidente, magari anche grave viste le premesse (non il mio, ma il frontale). Le ho scritto solo perché ho sentito il bisogno di sfogare un senso di impotenza e di rassegnazione che forse solo a Pescate avrei potuto provare.
Già, perché altrove questi numeri sono pane quotidiano e non ci si fa caso. Nel transitare dal suo paese invece, e in questo mi deve credere, posso dire di riuscire a “gustare” il bello dei 50km/h (salvo code, ma quelle purtroppo non ce le toglie nessuno), guadando anche fuori del finestrino, verso il lago, verso qualche abitazione, verso chi percorre la ciclabile o chi festeggia nei giardini pubblici. E se per 3 chilometri devo stare attento al limite, non è certo un dramma.
Eppure, nonostante tante campagne anche sui giornali, nonostante “si sappia” che a Pescate c’è tolleranza zero, c’è chi prova a fare il furbo e, purtroppo, riesce anche a farla franca. Il dispiacere è proprio questo: a volte ci si sofferma, e non mi riferisco a Lei o alla sua Amministrazione, su notizie che non dovrebbero nemmeno essere tali, dipingendo Pescate come l’incubo degli automobilisti, e ci si dimentica che assai più spesso il vero incubo sono gli automobilisti stessi.
Non mi ritengo un santo, né una rara eccezione, sono un cittadino e un automobilista che ha pregi e difetti come tutti. Semplicemente, come scritto sopra, sono rimasto male nel constatare che nonostante tutti gli sforzi, non sembra esserci modo per rendere un posto, qualunque esso sia, un vero “Sogno tra lago e monti”. Però almeno Lei ci sta provando, e di questo le do atto.
Chiedo scusa se il mio sfogo era fuori luogo, Le porgo i migliori auguri per questo 2019.
Cordialmente.

Alla prossima.
 

Ultimo aggiornamento

Martedi 06 Agosto 2024