Sono diventato sindaco il 16 maggio 2011, 7 anni tondi quindi, ieri l’altro.
Come ho già scritto varie volte, ho un passato di assessore giovanissimo quando avevo 19 anni, poi dopo molto tempo dalla fine di quell'esperienza, ho fatto 5 anni a Mandello come assessore esterno all’edilizia e urbanistica fino al 2005.
Si, ho avuto esperienza amministrativa anche in un comune "straniero" non solo nel mio,e oggi racconto un'amicizia che ha caratterizzato quell'esperienza.
Un pò un libro aperto, come faccio spesso con i miei cittadini e con chi legge queste righe, nei miei editoriali del fine settimana.
In quegli anni di assessore a Mandello del Lario, molto belli, ricordo principalmente una persona, l’assessore Luigi Valsecchi, che era molto scettico sul mio arrivo in giunta.
Era il capo della sezione della Lega Nord, cinquant’anni, celibe, lavorava alla Cemb, una ditta leader nel suo campo, un omone all’apparenza burbera che metteva soggezione e che non era molto convinto che un forestiero come me, non conoscendo il paese, potesse fare bene a Mandello.
E il fatto che io non avessi neanche la tessera del partito peggiorava la situazione.
Però mi ricordo che alla prima riunione, quando l’allora sindaco Siani mi presentò a tutto il gruppo dei consiglieri, alla fine pronunciai all'incirca queste parole:
E’ vero, io non sono iscritto alla Lega, non conosco Mandello e non so neppure se riuscirò a star qui cinque anni. Però vi dico questo: Anche se sono un esterno, se questa barca per un motivo o per l’altro dovesse affondare, io voglio affondare con voi.
Solo allora Luigi Valsecchi alzò lo sguardo verso di me e mi guardò negli occhi.
Quando lui tre anni dopo morì all’improvviso, dopo una gita a Treviso con tutti noi, scrissi sul giornalino comunale di Mandello un editoriale che commosse tutti i cittadini e fu ripreso anche dai media locali.
L’ho conservato e lo ripropongo alla fine di queste righe.
Dopo la sua morte la sezione della Lega Nord di Mandello fu intitolata a lui e io chiesi la tessera, perché mi dissero che lui aspettava sempre che gliela chiedessi, e che gli avrebbe fatto molto piacere.
Di quella giunta e di quei consiglieri rimangono attualmente nel consiglio comunale di Mandello del Lario soltanto in due: l’ex Vicesindaco Sergio Gatti, attuale capogruppo di maggioranza e l’ex consigliere comunale Andrea Tagliaferri attuale assessore ai lavori pubblici.
Sono stati bei momenti, eravamo un bel gruppo di amici, ma poi con la morte di Luigi si è sfaldato tutto e abbiamo compiuto scelte, anche politiche, diverse.
NOTTE STELLATA SUL LAGO - 2003.
Quando ci lascia un amico e’ difficile trovare le parole………difficile per me, chissa’ per chi lo conosceva da una vita intera.
Io Luigi Valsecchi lo conoscevo da poco, dall’aprile di tre anni fa, quando appena eletta l’amministrazione Siani, feci il mio ingresso nella sede della Lega Nord in via Dante e me lo trovai di fronte; lui segretario della sezione di Mandello che mi guardava perplesso cercando di capire cosa avesse trovato in me il sindaco Giorgio Siani per propormi uno degli assessorati piu’ importanti.
Ma mi ricordo che mi basto’ dire solo una frase per rasserenarlo: “Io sono un esterno, non sono di Mandello e non sono iscritto al partito, pero’ sappiate che se la barca affonda voglio affondare anch’io.” E mi guardo’ sorridendo da sotto quell’aria apparentemente burbera. Una frase dettata dal cuore , che lui con un cuore ancor piu’ grande aveva colto in pieno, e mi diede la mano.
Calmo, pacato ma testardo che non lo smuovevi nemmeno con le cannonate; genuino, forte che quando parlava non si perdeva in fronzoli; pratico che sapeva gia’ dove arrivare prima ancora di iniziare. Come quella volta che andammo al depuratore a insonorizzare le condotte perche’ i vicini si lamentavano e riuscimmo ad abbattere dieci decibel studiando la dislocazione dei pannelli, mentre era in corso chissa’ quale riunione.
Dolce con gli amici, con i nipoti soprattutto: E parlavamo di Marco mio allievo, sveglio, con lo stesso carattere dello zio, che quando mi raccontava di lui e mi chiedeva del rendimento a scuola lo vedeva come il figlio che non aveva avuto.
Sensibile e sognatore come venerdi’ scorso quando sapendo della mia passione per il cielo, sull’autobus che ci portava a Treviso alla mostra di Vincent Van Gogh, mi chiese se c’erano stelle brillanti nella nostra costellazione, la bilancia, e non ce n’erano purtroppo.
E allora gli dissi che pero’ brillava nel cielo di primavera la stella arthur della costellazione del Bootes, il contadino : “bella, mi piace...”
Disse cosi’ senza averla mai vista solo perche’ apparteneva alla costellazione del contadino. Perche’ gli piaceva la natura come gli piacevano i fiori, tenere i giardini del comune puliti e le aiuole ordinate, come quando in piena estate andava a tagliare personalmente il prato di fronte al cimitero e saliva sul tagliaerba del comune a torso nudo per non distogliere gli operai da altri compiti.
Poliedrico, sempre in cerca di oggetti nuovi, di ricordi ovunque andasse, che li a Treviso alla mostra aveva acquistato una stampa di Van Gogh che raffigura delle barche, una riva lacuale ed un ponte con un treno lanciato in corsa e sotto la massicciata una donna con l’ombrellino.
L’aveva preso al volo preferendola a cento altre ed io non ne avevo capito il significato; c’erano tanti quadri molto piu’ belli.
L’ho capito poi lunedi’ sera nella tua casa Gigi, con la stampa nella cornice gia’ appesa in cucina: un lago, la tua Mandello bassa, dov’eri nato, con le barche, quelle robuste che non affondano mai. E poi con il treno che porta via; quel treno che collega i luoghi del tuo paese, che tante volte hai visto passare, la tua vita terrena.
Il treno preso al volo per non disturbare, forse un saluto ma uno solo com’e’ nel tuo stile a quella donna con l’ombrellino ferma, che aspetta, che ha aspettato, un rimpianto o chissa’ che altro, i tuoi amici rimasti li.
E ci pensavo martedi’ scorso mentre passavamo nel viale alberato del cimitero, quel viale che avevi appena pensato a come far sistemare: sara’ sicuramente gia’ arrivato quel treno, dove andava… forse lassu’ verso quella costellazione che ti piaceva. Sarai gia’ sceso Gigi, c’e’ sempre una notte stellata da qualche parte, non solo sul Rodano di Vincent.
C’e’ sempre una vita da vivere, un’aiuola da riempire di fiori, un cuore che non si ferma mai, che pulsa come una stella per milioni di anni e non ha bisogno di alcun cimitero.
Noi tanto quella stella potremo sempre vederla nel cielo.
Buon fine settimana.