Questa domenica 11 giugno, i cittadini di parecchi comuni italiani saranno chiamati ad eleggere il sindaco e l’amministrazione comunale.
Molti candidati saranno eletti, chi al ruolo di consigliere, chi al ruolo di capo dell’amministrazione comunale.
E se la vita non cambierà per un posto al sole di consigliere comunale, anche nelle città più grandi, la vita dei nuovi sindaci invece cambierà, anche nei paesi più piccoli.
Essere sindaco è un qualcosa che cambia profondamente la vita, più di quella di diventare padre, più di quella di prender moglie o di cambiare professione.
Diventare sindaco, al di la della vittoria elettorale già andrenealinica di suo, è diventare un’altra persona in determinati contesti, è quasi non riconoscersi più nel carattere e nei modi, è un continuo trovare dentro di se la risposta a mille sollecitazioni e confronti.
Ma non era sui sindaci che volevo soffermarmi.
Ma su chi, accanto ai sindaci vive la propria vita e si ritrova di fronte una persona che all’improvviso, dalla mattina alla sera ha responsabilità nuove, che tolgono spazio a tutto quello che c’era intorno prima:
Mi riferisco alle compagne, le mogli, i mariti dei sindaci.
All’improvviso ti ritrovi quasi sola ad occuparti di buona parte della vita famigliare.
Tu che prima avevi una roccia vicino sulla quale contare, in ogni momento, in ogni situazione e necessità e che adesso sei vicino a chi non ha più quasi lo spazio di farti una carezza, un abbraccio.
Una roccia che diventa un appoggio, magari spigoloso pure.
A volte vedi che ti guarda negli occhi, più di prima, molte volte più di prima, anche se magari adesso non parla, e trasforma tutte le cose che ti diceva prima, che poteva dirti prima, in un sorriso.
Ma ti guarda, a volte basta entrare negli occhi soltanto.
Saltano tutti i weekend o quasi perché un sindaco è per 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno.
E lo sai bene perché te lo ha detto all’inizio e non lo hai più dimenticato.
Non riesci più a capire i suoi programmi, non sai quali sono gli impegni, gli spostamenti, la vita frenetica che ti passa accanto e non riesci a decifrare.
Neanche al pranzo di Natale insieme in famiglia, che un’emergenza è sempre possibile e nel frangente aspetti solo che ritorni a casa per riscaldargli l’arrosto.
Non puoi programmare le vacanze perché non sai se lui potrà venire, e andare da sola non lo faresti mai perché ti mancherebbe da morire, anche se magari lo vedi solo quell’attimo dopo cena.
E solo quando lo sconforto ti prende, analizzi ogni suo gesto, ogni minimo accenno a te per sentire o per convincerti che comunque per lui sei sempre importante.
Non sai se più del suo paese, perché quello non glielo chiederai mai, ma ti basta rimanere importante.
A volte pensi: Ma chi glielo ha fatto fare? A volte ricordi com’era intensa la vita con lui prima di quel momento in cui gli hanno affidato le chiavi del paese.
I viaggi, le cene, gli amici, il suo lavoro che gli piaceva tanto e riempiva di soddisfazioni anche te perché ti raccontava tutto.
Mentre adesso anche se vorrebbe non può dirti niente, e le volte che è seduto vicino a te sempre con il cellulare in mano, e’ comunque col pensiero distante.
E le novità del paese le leggi sui giornali e sui social, anche le critiche, quelle che fanno male più a te che a lui, perché sai che ce la sta mettendo tutta, anche a costo di trascurare le cose più belle che possiede.
A volte nelle sere da sola tiri fuori i messaggi e le lettere che ti scriveva, e le leggi e le rileggi, magari con qualche cuoricino qui e la' e una lacrima fa capolino, perché un sindaco di solito sa anche scrivere bene.
E stai li, e pensi con la televisione accesa dopo aver messo a letto i figli e ti chiedi cosa succede ad un uomo all’improvviso per avere nel frangente un carattere così determinato, così maledettamente deciso, mentre prima lo governavi con un sorriso.
Poi comunque pensi che è una scelta che avete condiviso insieme, che lo sapevi dall’inizio, che l’hai lasciato provare per amore, anche se non immaginavi fosse così dirompente da togliere il fiato più a te che a lui, e il viso si distende.
E ti fai i capelli come quella della foto sul comò della camera da letto assieme a lui, la prima volta che vi siete messi assieme, anche se lui magari non lo noterà.
Domenica prossima i cittadini di parecchi comuni italiani saranno chiamati ad eleggere i sindaci.
Alle loro mogli, alle loro compagne, un sincero pensiero:
Non cercano la riconoscenza della gente perché comunque non l’avranno, ma solo un paese da rendere migliore, più bello e in cui far crescere bene tutti i bambini.
Poi torneranno come prima, magari meglio di prima perchè vedranno tutte le cose belle che han fatto nei vostri occhi.
Perché solo li nei vostri occhi, loro son sicuri che quelle cose belle rimarranno.
Buon fine settimana.