3 marzo 2016 - EDITORIALE

Data di pubblicazione:
13 Luglio 2020
Dei trenta alunni iscritti alla  prima classe della nostra scuola media, otto saranno rindirizzati presso le scuole dei propri paesi o comprensivi, mentre solo 22 saranno ammessi in classe: I dieci alunni residenti a Pescate, più  altri dodici già frequentanti le scuole di Pescate o con fratelli che frequentano le nostre scuole.
E’ questo il quadro che mi ha prospettato venerdì scorso il dirigente scolastico Tiziano Secchi, negando la possibilità di avere una seconda classe come avevo chiesto con una comunicazione ufficiale dieci giorni or sono.
Certo mi ha elencato una serie di regole sulla dotazione organica da rispettare, sul fatto che le classi di ogni comprensivo non possono aumentare e tante altre giustificazioni, tutte ovviamente legittime, ma che per me, pure uomo di scuola, appaiono obsolete e anacronistiche.
Purtroppo tutte queste leggi trattano i ragazzi come se fossero numeri: numero massimo, numero minimo, numero con disabili  ma senza specificare quanti per classe, senza entrare nel merito di cosa sia veramente importante per un ragazzino di dodici anni e per i loro genitori.
Soprattutto senza dare regole certe proprio ai ragazzini con disabilità gravi o leggere che necessitano comunque di sostegno e ne abbiamo tre di questi ragazzini, che con due classi potrebbero essere seguiti meglio.
La verità è che abbiamo reso una scuola che stava per chiudere un centro ambito e di alto livello, investendoci soldi, sudore e passione nonostante le cassandre e i pifferai di Hamelin – anche pescatesi - che remavano contro, e in cambio sui bambini iscritti che superano il numero massimo per una classe, viene tracciata una riga di esclusione, costringendo ragazzini e genitori che hanno avuto fiducia nelle scuole di Pescate a cercare un’altra sistemazione.
Questo per me e per i miei consiglieri è inaccettabile.
Alcuni di questi otto bambini esclusi mi han già detto che nelle scuole statali dei loro paesi non ci andranno, che piuttosto sceglieranno le scuole private, e allora la tanto decantata Buona Scuola dov’e’?
Come si può lasciare che dei ragazzini non possano scegliere la scuola dove hanno già i loro amici, dove fanno sport, o dove semplicemente ci sono servizi scolastici che da altre parti non ci sono?
Questi otto ragazzini, due di Olginate, uno di Cantù, uno di Calolziocorte, uno di Garlate  e tre di Galbiate perché non possono venire  a scuola qui?
Cosa costa fare una classe in più? Enormemente meno che disperdere questi otto ragazzini non si sa dove, questi genitori che si sono fidati delle nostre scuole e adesso subiscono anche un danno  morale oltre che economico, perché  non possono mandare i figli dove vogliono loro, ma dove vuole l’apparato scolastico.
Queste nostre scuole medie ormai talmente ambite dal territorio che lo scorso anno ci sono stati genitori di  fuori paese che hanno portato via i bambini già iscritti alle loro elementari per iscriverli in quinta elementare a Pescate, in modo che avessero la priorità nelle iscrizioni alle nostre scuole medie, giacchè tutti gli alunni delle scuole elementari di Pescate passano poi automaticamente ai primi posti della graduatoria per la prima media.
Qualcuno potrà anche dire: Certo, avete ingrassato così tanto le nostre scuole con tanti di quei servizi che adesso dobbiamo respingere bambini.
Ma se non avessimo messo in campo tutti questi servizi, probabilmente la scuola media sarebbe già chiusa da un paio d’anni e anche la scuola elementare sarebbe in sofferenza giacchè anche li il numero dei non residenti, in alcune classi è pari a  quello dei pescatesi, pur non raggiungendo mai il differenziale della scuola media.
Ad esempio in prima elementare abbiamo 16 pescatesi su 24 alunni, in seconda elementare 18 pescatesi su 22, in terza 11 pescatesi su 20, in quarta 18 su 22 e in quinta 11 su 21.
Oltre a questo non dobbiamo dimenticare che anche a Pescate, come ovunque del resto, nascono sempre meno bambini e senza le iscrizioni dei non residenti si andrebbe incontro a gravi rischi di chiusura delle scuole nei prossimi anni.
Insomma, senza aprire le nostre scuole anche ai comuni vicini puntando sulla qualità dei servizi, da soli non andiamo da nessuna parte, e una scuola in salute con tanti bambini anche da fuori rappresenta  la garanzia di poter fornire ai nostri cittadini servizi scolastici di livello senza dover andare a Lecco o a Olginate.
Io ho chiesto l’attivazione della seconda classe della prima media non solo al dirigente dell’Istituto Comprensivo, ma anche al dirigente provinciale Luca Volontè ed al direttore generale dell’ufficio scolastico regionale Delia Campanelli.
Analoga richiesta farà l’intero consiglio comunale in una prossima seduta prevista sabato 11 marzo, non nella solita sala civica ma all’aperto, nel piazzale della scuola media, proprio per manifestare ancora di più alla nostra scuola la vicinanza dell’intero paese.
Servirà? Non servirà? Non lo sappiamo.
Facciamo solo tutto quello che è possibile fare, e forse anche l’impossibile, come è nel nostro stile.
Per questa scuola ci siamo messi in gioco, per questa scuola abbiamo creato servizi, per questa scuola abbiamo passato notti intere  chini su leggi e circolari, per questa scuola abbiamo convinto alunni e genitori.
Per questa scuola abbiamo lottato e lotteremo ancora.
Non siamo stati eletti per abbassare la testa.
Buon fine settimana.
 
 

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