Sabato scorso, intorno alle 15,30 una carovana in bicicletta dei cosidetti profughi e altri migranti a piedi, accompagnati dai responsabili delle cooperative che li hanno in gestione e dall’assessore di Lecco sig. Ezio Venturini, sono transitati in via Alzaia entrando nel parco Addio Monti.
Una scampagnata in allegria per provare le 51 biciclette consegnate loro dalle associazioni Fiab Lecco ciclabile, Ciclofficina casa del Pozzo e altre che hanno collaborato, risistemando delle vecchie biciclette che i lecchesi avevano donato allo scopo.
Ovviamente tutte biciclette con un campanello nuovo fiammante che sono passate sotto il mio occhio vigile di comandante della Polizia locale, tutti compiaciuti di aver evitato il blocco del “sindaco sceriffo”.
Ora io mi chiedo, questa Ciclofficina casa del Pozzo che ha sistemato gratis queste biciclette per i migranti, avrebbe usato lo stesso trattamento se si fosse presentato loro un nostro cittadino dicendo: Ho rotto la bicicletta ma non ho soldi per aggiustarla perché ho perso il lavoro, me la aggiustate gratis?
Magari si, sono io il solito sospettoso, ma mi chiedo anche: E’ proprio necessario che a sti ragazzotti - che nel frangente sfilavano davanti a me tutti col cellulare in mano anche quelli in bicicletta - oltre a dar loro da mangiare, da bere, mutande, scarpe, maglie, pantaloni e bretelle o cintura, paghetta giornaliera, un tetto sopra la testa, letto e lenzuola, scheda telefonica e potrei continuare, si debbano regalare anche le biciclette?
Visto che oziano dalla mattina alla sera, non credo siano così stanchi da poter fare quattro passi a piedi se proprio vogliono venire a vedere cosa c’e’ dall’altra parte del lago, a Pescate.
Finora non si erano mai visti qui, troppo lontano Pescate da raggiungere a piedi visto che il Terzo Ponte non ha i marciapiedi.
Adesso che hanno scoperto quanto sia comodo viaggiare in bicicletta, quanto siano belli e curati i nostri parchi, comode le nostre panchine ma soprattutto velocissima la nostra rete wi-fi, sarà tutta un’altra musica e si compiacerà qualcuno.
A parte il fatto che non è questo il paese dove ci si possa svaccare su una panchina o nel cestone dell’altalena con il cellulare in mano perché le sanzioni già ci sono e vengono applicate, come ho messo la rete wi-fi la posso disattivare in un minuto e quindi non credo proprio che i nostri parchi possano riempirsi di presunti profughi.
Quello che non mi piace sono queste gare di solidarietà che vengono continuamente fatte solo per i migranti, mentre gli italiani meno abbienti si sentono sempre più esclusi e sudditi di uno Stato che e’ sempre più lontano.
Migranti che passano giorni interi nell’ozio più assoluto o che partecipano a qualche iniziativa di pulizia solo quando c’e’ la televisione a riprenderli, e li vedi tutti passare come se fossero in vacanza sul lago, aspettando la campanella del pranzo o della cena.
Tutti perennemente al telefonino, sicuramente per essere aggiornati in tempo reale su come procede la guerra nei loro paesi, perché ovviamente ci vogliono far credere che siano tutti in guerra e che i giovanottoni scappino dalla guerra da soli, lasciando quindi in patria a combattere donne, vecchi e bambini.
Di questi che scappano dalla guerra come io scappo dalla pastasciutta – frase che ho detto al prefetto di Lecco all’assemblea dei sindaci del 2 dicembre scorso – ce ne sono centinaia nei paesi lecchesi intorno a Pescate e per la precisione:
490 a Lecco, 56 a Ballabio, 42 a Malgrate, 11 a Galbiate, 7 ad Olginate, 11 a Calolziocorte, 90 ad Airuno, 4 a Valgreghentino, 5 a Valmadrera, 11 a Vercurago.
Dati aggiornati a questa settimana.
La casella accanto a Pescate è vuota e lo sarà almeno fino a che sarò io il sindaco di questo paese, come ho detto e scritto tante volte.
Io non mi lavo le mani come tanti colleghi dicendo che non possono far niente, che ci sono ordini superiori, che non dipende da loro o che il prefetto invia i profughi a loro insaputa.
Ma se non riesci a governare i processi e le situazioni del tuo paese che sindaco sei?
Se lasci che altri vengano ad imporre le loro scelte nel tuo comune, i cittadini cosa ti hanno eletto a fare?
Sapendo come la mia gente faccia fatica in questo momento a vivere,sapendo quanta sofferenza vedo nonostante le apparenze di facciata, sapendo che per alcuni bambini l’unico piatto caldo è quello che mangiano in mensa, Io qui a Pescate di mantenuti a tirar sera non ne voglio.
Poi la Ciclofficina casa del Pozzo e compagnie solidali potranno continuare a regalare biciclette e organizzare tour per far vedere da vicino quanto sia bella la lontana Pescate.
La lontana Pescate, che pensa prima ai suoi cittadini bisognosi che non mantiene nessuno.
Buon fine settimana.