Dieci anni fa, il 16 maggio 2011 verso le 15.30 nel pomeriggio, diventavo l’ottavo sindaco di Pescate dalla ricostituzione del Comune nel 1953.
Dieci anni sono tanti, ma sono volati via da quel giorno in cui io e la mia lista vincemmo per 37 voti di scarto contro la lista più quotata, di continuità con chi aveva amministrato fino ad allora.
Mi ricordo che non partecipai alla proclamazione, non andai in municipio come da protocollo, ma festeggiai con la gente del paese, andando nei bar ad incontrare le persone.
Venivo da cinque anni di opposizione in consiglio comunale in cui profusi un impegno al limite del possibile, presentando una settantina di interpellanze, mozioni, interrogazioni ma cercando soprattutto di risolvere i problemi delle persone, per quel poco che potevo nella mia condizione di capogruppo di minoranza.
L’ho voluta con tutto me stesso quella fascia tricolore, rare volte ho messo in un sogno tutte le energie di cui disponevo.
Io sono nato qui, ho sempre vissuto a Pescate, nella frazione Torrette, e sempre nella casa di famiglia dei miei genitori.
Qui sono cresciuto, mi sono sposato, ho divorziato, ho rimesso famiglia, sempre nel medesimo posto, non mi sono mai spostato di un metro da Pescate.
Ho passato momenti molto belli e ho avuto tante soddisfazioni come sindaco.
Ma ho anche attraversato momenti brutti quando il Covid ha stravolto il mio modo di fare il sindaco, anche prendendo persone che avevano condiviso il mio cammino.
Non mi sono mai guardato indietro, ho sempre pensato a quello che dovevo fare dopo.
Non sono stato un sindaco nascosto che ha lavorato nell’ombra, diplomatico e accomodante nei comportamenti, anzi.
Sono finito più io sui media locali e nazionali che chiunque altro sindaco in tutta la provincia e non solo.
Non ho mai indietreggiato davanti a niente ed a nessuno quando avevo la convinzione che dovevo andare avanti per il mio paese.
Se ho sbagliato l’ho fatto di testa mia, dando retta alla passione che mi animava, al cuore più che alla mente.
Ai pescatesi l’avevo detto che ci avrei messo il cuore, in questi anni l’ho sempre buttato oltre l’ostacolo.
A volte l’ostacolo l'ho superato, altre volte era troppo alto e ci ho impattato, ma non mi ha mai spaventato.
Sono stati dieci anni belli comunque, carichi, densi, appassionati, che porterò sempre con me, come la foto dei miei figli nel portafoglio.
Fare il sindaco di Pescate per me è stato un vero onore e un privilegio.
Non voglio ricordare di questi anni qualcosa in particolare, li ho vissuti come un filo conduttore continuo che si è annodato al primo sasso della frazione Torrette prima di Garlate, e si è chiuso sull’ultimo sasso della frazione Pescalina prima di Ponte Azzone Visconti.
Con le elezioni rimandate presumibilmente ad ottobre mi aspettano ancora quattro mesi circa di mandato, quattro mesi e poi sarò il sindaco che ha governato quasi più di tutti, secondo solo all’architetto Alessandro Valsecchi.
Francesco De Santis, Francesco Riva, Maurino Nava, Alberto Bonifacio, Alessandro Valsecchi, Federico Bonifacio, Enrico Valsecchi e Dante De Capitani.
Grazie cittadini di Pescate per aver messo anche me in quella lista.
Alla prossima.